Cyrsecurity e sicurezza informatica, i software non bastano.
La convinzione che i nuovi sistemi di protezione ed un aumento massiccio delle soluzioni antivirus e firewall siano sufficienti a garantire la sicurezza delle utenze aziendali, è drasticamente errata. Secondo dati raccolti dalla Ermes Cybersecurity di Torino, nel 2018 sono state violate oltre un miliardo di utenze, considerando solamente quelle di cui si ha notizia. Tra i casi più eclatanti abbiamo avuto Facebook, che nello scorso anno ha registrato oltre 50 milioni di utenze hackerate (senza contare lo scandalo Cambridge Analytica), e gli oltre 52 milioni di account violati su Google+, che ha portato alla chiusura definitiva del social.
Gli hacker responsabili di questi attacchi non si “limitano” a rubare i dati delle aziende colpite, ma spesso richiedono dei riscatti al fine di non divulgare le informazioni scoperte illegalmente, che possono contenere numeri di carta di credito, indirizzi di residenza, idee politiche, gusti sessuali e abitudini di consumo. Oltre alla grave invasione alla privacy, la divulgazione di dati sensibili può dare origine a scandali che possono mettere in ginocchio anche aziende di alto profilo.
Cybersecurity grazie a software specializzati e comportamento responsabile
Computer Office è rivenditore autorizzato Kaspersky ed è in grado di fornire alla vostra azienda i più complessi sistemi di Firewall e analisi presenti sul mercato; tuttavia nessuna di queste soluzioni potrà garantire la sicurezza della vostra rete aziendale, se gli utenti che operano al suo interno non adottano un comportamento più consapevole.
Computer Office organizza corsi di formazione e meeting finalizzati ad educare tanto i dipendenti quanto i dirigenti sul corretto comportamento da tenere online, per ridurre al minimo il rischio di attacchi informatici e fughe di dati sensibili.
I rischi della disinformazione
Per nostra esperienza, dipendenti e dirigenti delle grandi imprese si dimostrano maggiormente interessati a tutto ciò che riguarda la cybersecurity e la protezione dei dati sensibili, mentre chi lavora nelle piccole aziende tende ad ignorare il pericolo. Comportamenti di questo tipo non avvengono per una mancata disponibilità delle informazioni, ma semplicemente perché si è portati a credere che hacker e malintenzionati prendano di mira solo le grandi imprese. Niente di più sbagliato.
Kaspesky, in un suo report diffuso recentemente, ha affermato che negli ultimi 5 anni il 42% delle pmi americane ha subito un attacco informatico e che il 72% delle imprese colpite avevano investito nella protezione informatica ed erano convinte di presentare alti livelli di sicurezza.
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